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Gli arabi e le rana pescatrice

Nuove imprevedibili paranoie, direttamente dalla Realtà. 

1) La sigaretta elettronica e gli arabi

– …e la sigaretta elettronica?

– No, no. Per carità.

– Perché no?

– Eh, quella… Gli arabi. Chissà cosa ci mettono dentro. Capito, no?

– Non ho capito. In che senso?

– Quella, chissà cosa ci mettono dentro. Capito?

– Ma  chi?

– Gli arabi. La compri e poi (fa un gesto incomprensibile che riguarda la testa)

– Droga?

– Ehhh, ci siamo capiti, ci siamo capiti. Io non mi fido.

(conversazione con un pizzaiolo all’uscita della pizzeria)

2) Il complotto della rana pescatrice

– Perché quello era un pesce brutto e prima i pescatori o se lo tenevano per loro, e se lo mangiavano in casa, oppure lo davano a poco, come il pesce povero. Mica si vendeva. Lo davi a chi voleva spendere poco. Invece a un certo punto si è deciso che era un pesce pregiato, perchè qualcuno si è accorto che aveva lo stesso sapore dell’aragosta, anche se era brutta. Bastava togliere la testa ed era un pesce pregiato, e ora costa quanto l’aragosta! Ma perché? Chi l’ha deciso? Eh, vai a sapere. Lasciamo perdere.

(vicino di casa anziano ed ex pescatore)

 

2 risposte su “Gli arabi e le rana pescatrice”

Sul punto 1 non commento che ci siamo capiti.

Per quanto riguarda il punto 2, (pro)venendo da una città di pesca(tori):

– ex pescatore per raggiunti limiti di età, mancanza di contributi o la barca gliela ha mangiata Moby Dick perché dalle mie parti è l’ultima cosa che senti dire dai pescatori, essere degli ex (si svegliano alle 4 anche d’inverno e col fermo biologico, accarezzano le carene delle barche sulle quali non li fanno più salire come gli altri vecchi quando toccano il copertone di una bicicletta per sentire se è gonfia a sufficienza e poi vanno a parcheggiarsi tutto il giorno al bar di fronte al porto / mare / molo / fiume), ma forse lo hai giustamente dedotto tu vedendolo pasteggiare al bar tutto il giorno davanti a un bicchiere di vinaccio.

– la rana pescatrice non sa di aragosta. Saporita, sì, soprattutto alla cacciatora (pesce cacciato, certo) ma non sa di aragosta. Forse la consistenza.

– come diceva David Foster Wallace nel famoso “Considera l’aragosta” anche l’aragosta era il cibo dei poveri e la davano ai carcerati, quindi il confronto con la rana pescatrice regge.

– dalle mie parti, sempre quelle, la rana pescatrice la chiamano “coda di rospo”.

giordano, hai ragione: l’aragosta, in quanto a sublimità, non si batte. aggiungo che a me la rana pescatrice piace molto. fredda, a insalata con olio e limone è meravigliosa.

il pescatore è ex in quanto VECCHISSIMO, ma veramente molto. non so, credo vada per i 130. quindi si è dedicato solo all’orto, ché il mare è pericoloso (sebbene pure l’orto, tra vespe, febbre del nilo e ribaltamento di trattori, non è mica una passeggiata).

e ci siamo capiti.

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