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Pianse tanto quel coniglietto che alla fin si addormentò

Le rare volte che mi capita di andare al centro commerciale ho la sensazione di trovarmi in un upgrade dei quadri di Bosch. Resto abbagliato da quanto possa essere oscena e mostruosa la realtà, e quanto eccessivamente illuminata. Ma soprattutto: perché le guardie dei centri commerciali sono sempre pelate e le tipe delle pulizie invece sono sempre basse? Dev’essere una specie di selezione genetica, come quella immaginata nel Mondo nuovo di Huxley. Probabilmente il dna delle persone viene programmato prima della nascita in base alla loro futura occupazione. Quindi le guardie che rendono meglio sono quelle pelate, mentre le donne delle pulizie più performanti sono quelle basse. Questo però non spiega perché mi capiti spesso di scontrarmi con un signore con i baffi nello scomparto del cibo per animali. Sempre lo stesso. Sempre lì. Sempre con i baffi.

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A proposito di animali, questo è un brutto mese per le piccole bestie domestiche. Dopo il gatto, è morto anche il coniglio. Il povero Buster ha passato un pomeriggio intero di agonia nella sua gabbia 120×45 e io con lui, dato che a intervalli regolari andavo a controllare come stava. Ogni volta pensavo che fosse morto, ma di colpo voltava la testa verso di me e mi fissava con i suoi inquietanti occhi rossi, come dire: no, sono ancora vivo. L’ultima volta che sono andato a controllarlo però non si è mosso. Ho aspettato un po’ per sicurezza, immobile, come in quelle scene dei film horror moderni dove ti aspetti che capiti qualcosa all’improvviso, ma non è capitato. Allora  ho preso dei guanti di plastica e una busta per svolgere il funerale. Era già in rigor mortis per cui era rigido, sembrava un pupazzo essiccato, e mi ci è voluto un po’ per infilarlo nella busta. L’ho smaltito nei rifiuti organici, assieme ai resti di un anguria.

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Capita così, che in un periodo privo di reali scosse emotive, anche la morte di un coniglio nano sembra essere un evento significativo, forse proprio perché non ha alcun significato. Da questo punto di vista le morti dei piccoli animali domestici sono le peggiori. Criceti, topi, conigli nani, pesci rossi, persino i porcellini d’India, che mi hanno sempre fatto schifo, queste minuscole bestie hanno vite insignificanti e non sembrano avere un motivo per cui vivere, non solo per loro stessi, ma nemmeno per qualcun altro. Eppure quando muoiono ti dispiace, ti dispiace profondamente, ma soprattutto ti dispiace che abbiano vissuto e che tu non abbia potuto fare niente per evitare nè l’inizio nè la fine di queste piccole e ridicole esistenze. Come capita con alcune persone, ti accorgi che vivevano solo quando muoiono; solo che, a differenza di quanto capita con le persone, provi dispiacere per loro e un po’ ti senti in colpa.

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Ad esempio, l’utente di Yahoo Answers Simply the best, affranta dalla morte del proprio animaletto, ha scritto un disperato messaggio dove si dichiara “in depressione”:

Sono in depressione e morto il mio coniglio…?aiutatemi mi e morto il coniglio e nn posso fare piu senza di lui….per me contava ,molto…potreste accendere una stellina per lui in segno di comprensione verso di me…grazie…nn lo faccio per i punti e se lo pensate a causa di altre persone che scrivono cose del genere per avere punti nn confondetemi cn loro perche sto soffrendo davveroooo…grazie a tutti…

Tralasciando la polemica sui punti, Simply the best trasmette alla comunità il suo intenso dolore, in attesa di parole di conforto e accensioni di stelline in segno di comprensione. Io forse avrei risposto con la ninna nanna del coniglietto, una filastrocca che sembra parlare di maltrattamenti in famiglia. Ma come risposta migliore alla domanda è stata votata questa:

Sembrano due parole forse senza significato ma

mi dispiace.

So quant’è dura la morte di qualcuno di caro, che sia animale o umano.
Solo il tempo lenirà le ferite, ma anche se morto rimarrà sempre nel tuo cuore.

Un abbraccio.

Parole semplici, forse banali, ma con i giusti spazi tra una frase e l’altra, la resa è ottimale: enfasi discreta che suona sincera. Ancora una volta il ritmo è tutto. Ma più che la risposta quello che mi ha colpito è il motivo per cui Simply the best ha votato questa risposta. La spiegazione la dà lei stessa nel commento successivo:

grazie sei stat l’unica che si e soffermata sul mio dolore senza raccontare la propria esperienza…kiss

Hai ragione, Simply the best. Quel che conta è il MIO dolore. Ad esempio, un’immagine molto triste che mi ha accompagnato per alcuni mesi del 2009 è stata la gabbietta di Stewie, il criceto che mia sorella aveva preteso in uno dei suoi frequenti momenti di infantile tirannia. Dopo l’ovvia eppure inaspettata morte di Stewie la sua gabbietta – con la ruota, la boccetta  dell’acqua e insomma tutte le sue ridicole cose – è rimasta per mesi lì dove stava, in uno degli angoli meno frequentati della casa, al sicuro da spiacevoli seppur passeggeri sentimenti di colpa. Ogni volta che passavo guardavo la sua ruota e mi deprimevo. Capitava che appena uscito dalla doccia passassi lì di fronte fischiettando, con indosso l’accappatoio, ma se per caso i miei occhi si posavano su quella che un tempo era la dimora del criceto Stewie allora immediatamente mi deprimevo, smettevo di fischiettare e sospiravo. A un certo punto passavo lì davanti apposta per vedere quella beffarda metafora rappresentata dalla ruota immobile di Stewie, per assaporare un po’ di quella piccola tristezza e controllare se ancora provavo dispiacere. Sono andato avanti così per un po’ ma poi alla fine l’ho buttata nella pattumiera. E’ l’elaborazione del lutto, kiss.

p.s.

Ricordatevi che il 10 sett è la giornata mondiale della prevenzione contro il suicidio. Se notate strani segnali comportamentali provenire dal vostro criceto o coniglio, intervenite immediatamente. Ne parlavano in tv e ho appena sentito un esperto dire “comportamento suicidario”.

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Che poi

Riprendendo in mano questo blog ho dato un’occhiata alle numerosissime bozze, i post non pubblicati, i post cancellati per finta ecc. ecc.. C’è roba triste, roba imbarazzante, sostanzialmente tutte cose che avrei potuto scrivere ieri o che potrei scrivere domani. Ma soprattutto ce n’è uno che ha per titolo “Masturbarsi con il Parkinson”: nient’altro, solo il titolo, niente testo. Boh, non ricordo niente.

Ah poi c’è questa buffo comunicato:

non sono morto, è solo che non sono mai tanto lucido da scrivere parole sensate, né ho quel grado di follia necessaria a scrivere cose belle. in definitiva, non ho nulla da dire e nessuno a cui dirlo. in alcuni casi mi accorgo di risultare sgradevole alle persone che incontro, mentre normalmente sono solo indifferenti. a parte quello col mio gatto, non ho rapporti che funzionano. non faccio soldi, non c’è nulla che mi dia veramente piacere e sono vestito quasi sempre allo stesso modo. d’altra parte non ho voglia di imparare la vita normale, anche perché sudare per arrivare secondo mi sembra stupido. penso che l’unica cosa che mi resti da fare sia darmi alla vita criminale. così se la mia vita farà schifo e io sarò un escluso della società, almeno sarà perché io ho deciso così e non perché un’oscura maledizione mi ha precluso una vita pacifica e i miei momenti di gioia che non arrivano mai. i bei tempi stanno arrivando, certo che se la prendono comoda, diceva quello. ecco. io nell’attesa mi do al crimine.

(Alla fine non mi sono dato al crimine ma peggio: mi son messo a lavorare. E poi il gatto non c’è più. In pratica sto sudando per arrivare secondo, e non ho più nemmeno il gatto! IL GATTO!)

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Ma galleggiare in questo modo non era una soluzione

Se qualcuno mi facesse la domanda “Qual’è il tuo racconto preferito?”, cosa che non capiterà mai, perché la gente non mi fa mai domande di questo tipo e quindi mi tocca farmele da solo (e comunque parlo veramente con poche persone e di queste poche una metà non è interessata alle mie risposte mentre per quanto riguarda l’altra metà sono io che non sono interessato alle loro domande; ma diciamo che ragioniamo per assurdo), prima gli farei notare che “qual è” si scrive senza l’apostrofo, così, giusto per fare lo stronzo gratis, e poi risponderei che il mio racconto preferito è “Il crampo” di Gao XingJian. E’ un raccontino breve e semplice semplice, come ti aspetti da un cinese che ha vinto il Nobel, ma all’altezza della semplice complessità di Hemingway e la complessa semplicità di Joyce. Breve e potente, simbolico ed evocativo, dentro c’è tutto e soprattutto ci sono io.

Il fatto è che io leggo sempre il giornale. E mi piace molto leggere le notizie degli annegamenti, che sembrano tutti uguali e invece sono tutti diversi.

Quest’anno diverse persone sono affogate lungo le coste dell’isola e ogni volta che leggevo la notizia di un annegamento – e ogni volta che facevo il bagno in mare rischiando a mia volta di affogare – pensavo che quello poteva essere io, e mi veniva in mente questo racconto di Gao XingJian letto molti anni fa.

Mi è capitato molte volte di superare quel limite invisibile, quando guardi la costa che si allontana e pensi che forse non ce la fai a tornare indietro, e ovviamente questo si presta a molte facili metafore. Anzi, dato che ci siamo: mi è capitato anche di pensare che quel limite l’ho superato e che quello che è tornato a riva non ero più io. Ma anche se fosse: con chi parlarne? E’ difficile spiegare con le parole cos’è un crampo a una persona che non ne ha mai avuto uno.

Ecco, in questo racconto è descritto alla perfezione, con le parole, tutto questo e molto altro. E soprattutto la solitudine.

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Fiori frutta corde città

ROMA – Il figlio di Maurizio Costanzo firma la regia del film “La solitudine dei numeri primi”, tratto dall’omonimo bestseller pubblicato da Einaudi. In un’intervista il regista figlio di Maurizio Costanzo spiega: “Proprio nel momento in cui diventava un fenomeno, un segno popolare, ho capito che il libro poteva raggiungere le mie corde”. Il film, distribuito da Medusa, verrà presentato al festival di Venezia.

CAGLIARI – Il regista Salvatore Mereu presenta il suo nuovo film “Tajabone”, scritto e interpretato dai ragazzi di due quartieri popolari di Cagliari. Il titolo viene da una festa musulmana che celebra il giorno in cui gli angeli scendono sulla terra per osservare lo stato delle cose fra gli uomini. Il film, costato 10mila euro, verrà presentato al festival di Venezia.

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Orosei e Galtellì

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E se non sarà un giardino, sarà un cortile

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attenta, madre, l’aiuto io, giriamo attorno a queste macerie, meglio per questo corridoio che finisce in un altro cortile ancora, a un livello diverso, adibito a funzioni dimenticate, aperto su stanze dove le ragnatele attenuano i suoni e su porticati dove rimasero attaccati gli echi di transiti che non lasciarono notizia, o saranno topi e gatti e galline e colombe che si inseguono tra le rovine di questa muraglia che nessuno ha finito di demolire.

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Lost beta

concettualmente importante, soprattutto in questo momento storico,  è nato LOST – Osservatorio permanente sulle vignette dei naufraghi dei giornali enigmistici. il sito – idea di dm, che colleziona le vignette dei naufraghi da tempi non sospetti, soprattutto in questo momento storico – è in versione beta e vuole essere un luogo di incontro, di scambio, di discussione e ovviamente di ricerca. inoltre, vogliamo portare l’attenzione sul vero argomento ignorato da tutti – destra e sinistra – in questi anni, e cioè i diritti del naufrago. la nostra attenzione è dedicata soprattutto ai naufraghi mono-palma e a quelli con la zattera – per non parlare di quelli dotati solo di salvagente, minoranza drammaticamente dimenticata.

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Ma cos’è questa meeeeeeeeeeeeeeeeeerda?

ok fan, lamentiamoci.

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Queste orchidee nere sono nostre amiche

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e oggi, per celebrare la giornata dei sogni irraggiungibili, prima documentario sui primi uomini sulla luna – e sapete? io non sono mai andato sulla luna – poi documentario sulle ville con giardini maestosi. quindi, a seguire, sogno con enorme giardino esotico ottocentesco a picco sul mare con statue di marmo, rose seicentesche, fontane, draghi di pietra, orchidee nere, viali ricoperti di glicine, rampicanti su colonne romaniche, potere assoluto – ed io vestito da astronauta al centro del labirinto che mangio fichi, miele e more di gelso mentre due concubine color ebano mi fanno fresco con delle palme.

ovviamente so che dovrò accontentarmi di una versione patetica e miniaturizzata di tutto questo.

il mio giardino dell’eden saranno due metri quadri di piante grasse che io amerò e accudirò con inutile passione. niente potere assoluto, niente fichi, miele e concubine negre. niente terrazza sull’infinito dalla quale contemplare il mio creato. mio non perché fatto da me perché comprato da me. così come il proprietario della cornice di solito è anche il proprietario del quadro, è tutto mio è tutto mio!  guardate! qua c’è il mare qua la terra qua il cielo è tutto mio! e questo è l’ingresso della gelateria questa qua è la gelateria guarda che meraviglia questa è la gelateria con tutti i posti per i gelati*.

niente di tutto questo.

non mi resta che il giardino segreto. da bambino mi piaceva molto l’idea del giardino segreto. anche perché alla fine può anche non essere maestoso e bellissimo, quel che conta è che sia segreto. dunque i miei due metri quadri di piante grasse li farò circondare da mura alte sei metri cosicchè nessuno potrà immaginare quali incredibili bellezze vi siano racchiuse all’interno! e nessuno potrà entrare. nessuno! mai!

e sulla luna potrei andarci, prima o poi.

ormai non potrò più essere il primo, ma posso sempre essere l’ultimo uomo sulla luna.

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Però io non voto PD

ehm

*

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Ottima esecuzione, massimo della professionalità

carradine a 73 anni viene trovato a bangkok morto mezzo nudo con una corda attorno al collo e alle palle.  beh, finalmente si è risolto il dubbio su chi votare alle europee.

p.s.

ma sono diventato di quei blog che commentano notizie in modo simpatico con link a repubblica, corriere e gazzetta? ahah ma chi l’avrebbe detto? giuro che a breve recupero.

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Noi diciamo no

bisogna fermarla. ora mi aspetto un appello firmato da umberto eco, saviano, rita levi montalcini, fabrizio frizzi e tutti gli altri.

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The Body Snatchers

le foto fatte oggi. quei cosi che sembrano alieni effettivamente lo sono, ma sono anche i miei nuovi migliori amici.

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Non c’è più niente da fare

un po’ di segnalazioni:

– a ltdm intervista all’enigmatico silvan (ma consiglio anche quella passata al meno enigmatico califano, dove si parla di fascismo, aids e pedofilia e alla fine c’è pure un janfranco epico. e anche l’autobiografia a puntate di vincenzo sparagna).

– due giorni fa era il giorgio moroder day. altro che festa della liberazione.

– grazie a questo articolo postato da davide ho scoperto esattamente cosa sono e anche perché, come dice davide, “dopo due ore insieme ad altre persone – anche le più piacevoli di questo mondo – comunque mi rompo le palle, e ho bisogno di stare un po’ da solo.”

– e siccome, come diceva bobby solo, non c’è più niente da fare, segnalo la raccolta di racconti di gianfranco marziano in pdf.

– infine, vorrei dire a tutti che il problema è un altro.