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Anziani

Negozio di detersivi, ore 16.30

– …e mentre quella lavora io devo stare lì a guardarla.
– Ma chi?
– La lavatrice.
– Ma guardi che non c’è bisogno che stia lì a guardarla. La mette a fare e quella va da sola.
– E io cosa faccio nel frattempo?
– Non so, se ne va.
– Sì. E dove vado?
(imbarazzata) Non so, fuori…
– Guardi che io non esco mai. Secondo lei perché parlo tanto con una commessa? Con tutto il rispetto eh. E’ che sono sempre in casa da sola.
– Può guardare la televisione. Mentre la lavatrice lavora può guardare la televisione.
– Ma per carità. A quel punto preferisco stare seduta a guardare la lavatrice.

Bar, domenica mattina, ore 9.00

(madre anziana e figlia giovane fanno colazione)

– Non lo vuoi il cappuccino?
– No no, mi fa…
– Cosa?
– Mi fa stare male.
– Ah. Ho capito.
– Sai cosa leggevo?
– Cosa?
– Sapevi che i negri vengono dalle scimmie?
– Cosa?!
– I negri, quelli neri, vengono dalle scimmie. Per questo gli assomigliano tanto.
– Ma mamma… (abbassando la voce) No, non è così. Cioè… dove l’hai letto?
– Non ricordo, ma guarda che è così. E’ scientifico.
– Mamma veniamo tutti dalle scimmie, non solo i neri.
– No, i bianchi no.
– Ma sì ti dico!
– Ma loro assomigliano alle scimmie.
– Non è vero! Cioè, anche noi. Veniamo tutti dalle scimmie! Bianchi, neri, gialli, tutti.
– Mah… Sarà. Io l’ho letto.
– Ma chissà dove l’hai letto. Fidati, è così.
– Sarà.
– Mamma, se te lo dico io.
– Ti credo, ti credo. Però i negri assomigliano le scimmie.
(sguardo sconsolato della figlia)

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Fare la fame

“La fame io non l’ho mai fatta.  Come si fa a fare la fame? Mi fanno ridere quei registi e attori, gente che prende centinaia di milioni a film, quando parlano dei tempi duri degli inizi. Se hai fatto la fame vuol dire che eri poco furbo; e se lo eri allora, lo sei anche adesso… Piuttosto di fare la fame io andrei a rubare.”

(Sergio Citti)

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Appartamenti e annunci immobiliari

dall’esperienza maturata in ore passate nei siti di annunci immobiliari ho redatto un breve dizionario di espressioni immobiliari:

soluzione originale: 20 metri quadri, ha il soppalco.

contesto signorile: vasi cinesi.

adatto a studenti: fa cagare ma te lo vogliono far pagare molto.

da vedere: fa cagare ma magari di persona riuscono a convincerti.

parzialmente arredato: non ha il tetto.

per una massimo due persone: è come quando in ascensore c’è scritto che è per 4 persone ma arriva il quinto e si dice “eheh ci stringiamo”.

luminoso: non ha le pareti.

classe energetica in fase di valutazione: per fare la lavatrice devi prima chiedere per favore a putin.

anno di costruzione 1974: stesso anno di produzione di “non aprite quella porta”, non dico altro.

mansarda: ottima, se volete fare un remake del gabinetto dottor caligari.

posizione interna e silenziosa: non vedrai mai più il cielo.

bellissima terrazza: è da lì che entrano i ladri.

centrale: periferico.

centralissimo: è centrale e hai i giovani che rompono i coglioni sotto casa.

periferico: hic sunt leones.

panoramico: si vede il cielo.

panoramicissimo: abusivo.

quartiere caratteristico: ci sono immigrati.

recentemente ristrutturato: sono morte delle persone.

stato immobile buono: fatti il segno della croce prima di entrare.

bellissimo rustico nella campagna toscana: Pietro Pacciani.

trilocale con forno autopulente: non c’è altro, tre stanze, tu e lui: il forno autopulente.

bio design eco friendly: non sapevamo cos’è ma l’abbiamo letto da qualche parte.

per chi ama la tranquillità: inizio di film horror.

zona molto servita: se chiami la polizia, non viene.

zona di prestigio: non aprire gli occhi, mai.

ampio openspace: è il capannone di famiglia.

vicino al tribunale: non si sa mai.

angolo cucinotto: stai pagando e vivi in una tenda della protezione civile. rifletti.

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de Selby

Secondo Hatchjaw (la cosa, peraltro, non è confermata da Bassett), durante i dieci anni in cui redasse l’Album di campagna, de Selby fu ossessionato dagli specchi, e vi faceva ricorso con tanta frequenza che asseriva di avere due mani sinistre e di vivere in un mondo arbitrariamente delimitato da una cornice di legno. Con l’andar del tempo, egli cominciò a rifiutarsi di guardare qualsiasi cosa direttamente e teneva in permanenza davanti agli occhi uno specchietto, orientabile grazie a un meccanismo di fili metallici di sua fabbricazione.

Quale che sia la fondatezza delle teorie di de Selby, è ampiamente provato non solo che egli ne era sinceramente convinto, ma che fece diversi tentativi per metterle in pratica. Durante il suo soggiorno in Inghilterra, gli capitò di vivere per un certo periodo a Bath, e si trovò nella necessità di recarsi a Folkestone per affari urgenti. Il metodo che seguì fu tutt’altro che convenzionale. Invece di andare alla stazione, si chiuse in una stanza del suo appartamento con una provvista di cartoline illustrate della zona che avrebbe dovuto attraversare lungo il viaggio e di un complesso armamentario di orologi, strumenti barometrici e un congegno per regolare la luce a gas, a seconda dei cambiamenti di luce all’esterno. Che cosa accadde in quella stanza, e con quanta precisione furono manipolati gli orologi e gli altri arnesi, non si è mai. saputo. A quanto pare, dopo sette ore, egli ne emerse convinto di essere a Folkestone. Non si ha notizia del grado della sua delusione quando si ritrovò nel suo solito quartiere di Bath, ma secondo una testimonianza autorevole, sostenne, senza batter ciglio, di essere stato a Folkestone e di esserne già di ritorno. Si parla di un tale (il cui nome è rimasto sconosciuto) che dichiarò di aver effettivamente visto il pensatore uscire da una banca di Folkestone proprio quel giorno.

De Selby ha definito l’esistenza umana come “una successione di esperienze statiche, ciascuna infinitamente breve”, idea che pare egli abbia concepito dopo aver esaminato alcune vecchie pellicole cinematografiche appartenenti, probabilmente, a suo nipote. Sono evidentemente le stesse pellicole di cui parla in Ore dorate (p. 155) criticandole per il “forte elemento ripetitivo” e per la loro “tediosità”. A quanto pare le aveva esaminate pazientemente fotogramma per fotogramma e aveva immaginato che fossero da proiettare nello stesso modo, non avendo afferrato, a quell’epoca, il principio della cinematografia.

il grande de Selby

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Proposta per l’utilizzo dei maschi eterosessuali sovrappeso contro il complotto mondiale della riproduzione

diamo ormai per assodato che l’amore è solo la punta di quell’orrido icerberg chiamato riproduzione, non una futile illusione come pensa qualche poetastro, ma un preciso programmo biologico portato avanti da quando l’uomo era ricoperto di peli. la storia, la cultura e la stessa chimica del cervello è stata programmata in modo da renderci schiavi delle endorfine e della riproduzione e allo stesso tempo limitare i conflitti tra noi formando unità denominate “coppie” (origine di equilibrio, per quanto apparente, e di infinite infelicità). è questa una delle regole fondamentali che regolano il grande meccanismo dell’universo, al pari dell’entropia. chi ci sia a capo del complotto che ha reso possibile questa situazione non possiamo dirlo con certezza; possiamo solo avanzare qualche ipotesi, con la consapevolezza che le nostre parole saranno come [non presente nel testo]. tralasciando l’idea di un demiurgo creatore di tutto, infantile e ormai sorpassata, possiamo ipotizzare una grande civiltà aliena che ha programmato il nostro dna in modo che ci innamorassimo e arrapassimo fino ad arrivare all’abominio della riproduzione: crimine perpetuato ormai da secoli e – secondo religioni e comune sentire – addirittura senso ultimo della vita; per dire quanto sia radicata in noi quest’assurda idea.

una volta preso atto di questo, resta da capire cosa fare, come reagire. per gli omosessuali il problema non si pone, almeno in teoria, anche se perfino loro – un tempo gli unici giusti su questo pianeta – hanno iniziato a passare al lato oscuro, vedi inseminazione artificiale e matrimonio, e non appena la scienza renderà possibile la riproduzione anche negli uomini – ci arriveranno, vedrete – gli omosessuali saranno i primi della fila: questo è poco ma sicuro. che delusione, compagni e amici. e dunque non resta che confidare negli illuminati eterosessuali che comprendono come la riproduzione non sia altro che la schiavitù della nostra razza: portiamo acqua al mulino alieno, convinti che questo sia il nostro destino, come se il futuro di questa specie dipendesse da noi, anche se non si tratta di un mulino e di certo non si tratta di acqua.

il condizionamento della cultura dell’amore è però troppo forte: anche attenendosi a un regime di sesso-senza-amore – attraverso prostituzione e sporadici rapporti occasionali con tipe conosciute su internet o all’istituto psichiatrico – il rischio che si corre è troppo forte: arriverà il momento in cui la riproduzione ci sembrerà sensata e addirittura inevitabile e come bestie da soma ci ritroveremo a fare le cose senza pensare; anzi, peggio: a fare le cose perchè pensate dagli altri. ed ecco perché ho elaborato un piano per non reprimere l’istinto sessuale – questo sì, naturale – senza però arrivare alla riproduzione – ovvero il dannato mulino.

dopo averci pensato a lungo ed essere passato in varie fasi di sperimentazione – masturbazione estrema, filosofie orientali di soppressione e sublimazione del desiderio, nuove frontiere del sesso virtuale, tutte fallimentari perchè comportano troppo amore per se stessi e l’assenza di un altro corpo – sono giunto alla conclusione che una donna può essere sostituita in tutto e per tutto da un maschio eterosessuale sovrappeso. non solo: un maschio eterosessuale sovrappeso può essere in molti casi un partner superiore. possibile? sì, possibile. allacciatevi la cintura e preparatevi a scoprire la verità.

ho analizzato vari aspetti che reputo fondamentali nel rapporto uomo-donna, cioè quelli che ci rendono schiavi da svariati millenni del ciclo arrapamento >illusione di felicità > rilascio endorfine + status sociale > sensazione di appagamento e di utilità > riproduzione = schiavitù aliena. per comodità di lettura l’elenco verrà suddiviso in paragrafi.

sesso: piegando la pancia di un obeso si può emulare agevolmente una vagina e in questo modo procedere alla penetrazione fino all’eiaculazione. non fate quella faccia: pensate che quello che voi chiamate sesso tradizionale non sia schifoso? è solo un fatto culturale. scoparsi la pancia di un amico ciccione diventerà normale nel nuovo mondo che io sto progettando. ma non solo: forse l’evoluzione ci darà una mano e, così come la  vulva si è spostata rispetto alle scimmie per rendere più complicato il coito da dietro, così la nuova specie si adatterà a questo tipo di esistenza. inoltre gli obesi hanno la tendenza all’ipersudorazione, che può tornare utile per la lubrificazione durante la penetrazione.

tette: come probabilmente sapete già, le tette di un ciccione sono identiche a quelle di una donna, dunque basta chiudere gli occhi e toccarle e sarà del tutto indifferente, se non per quelli più raffinati tra noi. una cosa importante (che vale anche per la penetrazione): è fondamentale che il vostro amico sia del tutto – o perlomeno in larga parte, e “larga” sia detto senza alcuna ironia – consapevole e consenziente.

gambe: con la depilazione ed eventualmente una cura ormonale la differenza non esiste. va esclusa a priori la ginnastica per due motivi: 1) la nota avversione dei nostri amici panzoni verso le pratiche ginniche; 2) il rischio che dimagriscano e non siano più utili al nostro scopo (a questo proposito va assolutamente incoraggiata la loro passione per zuccheri e cibi grassi: servirà anche come rinforzo positivo).

andare al cinema: uno dei motivi per cui una partner è utile è che in questo modo saprete sempre con chi andare al cinema. con una donna però può capitare di dover vedere dei film brutti, cosa meno probabile con un amico ciccione che al massimo vi vorrà portare a vedere uno di questi film nerd che piacciono a loro. ogni tanto, ovviamente, potrete accontentarlo. è importante trovare la giusta misura: si tratta sempre di trovare un equilibrio tra rinforzi positivi e rinforzi negativi, come dopotutto si è sempre fatto con le umani di sesso femminile.

presentarlo ai genitori: vostra madre sarà lieta che finalmente abbiate una ragazza che non dice mai di no a un secondo piatto di pasta. vostro padre saprà con chi parlare di quel problema che ha alle caviglie. vostra nonna lo amerà a prescindere. problema risolto.

uscire con i suoi amici stronzi: gli amici del ciccione sono anche vostri amici. gente piacevole, ogni tanto magari vogliono fare quelle cose tipo giochi di ruolo, ma vabbè; lo sapete come sono fatti. sempre meglio degli amici della vostra ex.

accarezzare i capelli: ma veramente piace a qualcuno? comunque ho visto ciccioni metallari con i capelli più belli e curati di quelle modelle nelle pubblicità degli shampoo. quindi, anche in questo caso, l’obeso vince senza tante discussioni.

programmare una vita insieme: ma perché? comunque, mettiamo che vogliate: nessun problema. ovviamente non è che vi prendete un ciccione a caso, dovete sceglierlo che abbia gusti e passioni in comune.

a chi mandare un messaggio: iscrivetevi a twitter, tanto parlare con la gente è inutile. quando vedete qualcosa di buffo o vi viene una battuta decente la scrivete lì e vi sembrerà di averla condivisa con qualcuno, anche se vi cagherà nessuno, o al massimo il vostro ragazzo ciccione, unico follower.

[da qui in poi il testo è irrimediabilmente danneggiato]

 

 

 

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La nascita dell’amore

Era inaudito per un virile primate maschio partire per una spedizione in cerca di cibo lasciando la sua femmina esposta alle avances di qualunque maschio di passaggio. Nessun addestramento culturale poteva farglielo sembrare giusto…

Ciò richiedeva un maggior adattamento al modo di vivere sociale.

Il risultato fu la formazione di un legame tra la coppia. Lo scimmione cacciatore maschio e la sua femmina furono così obbligati ad innamorarsi e a restare fedeli l’uno all’altra.

(Desmond Morris, La scimmia nuda)
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Comportamenti stagni

dopo la campagna, il mare e lo stagno, mi sembra giunto il momento di provare la montagna. la cosa più semplice ovviamente sarebbe restare nello stagno, arenato nel fango come un galeone spagnolo nella baia di vigo. ma almeno 6 mesi all’anno bisogna fare le cose meno semplici. oggi il cielo è finalmente grigio e quasi si respira. non so perché ma non riesco più a bere l’acqua normale, solo quella frizzante o succhi di frutta.

Vocabolario per conoscerci meglio:

NON SI SA MAI: è la prevenzione portata all’apice delle sue potenzialità catastrofiche. ad esempio mi porto sempre dietro un preservativo perchè, sapete com’è, non si sa mai: metti che mi violentano sul treno, almeno gli chiedo di usarlo. e di dirmi parole gentili. (a questo proposito: alla stazione di MO c’è la “stanza delle coccole”. pare sia una cosa da città civile, cioè un posto dove le mamme possono entrare e cambiare i loro neonati. non è bellissimo? questa ovviamente è la versione ufficiale. io sono convinto sia un nome in codice per una stanza tipo dark room dove entri e c’è uno che ti stupra (e infatti io nel dubbio prevengo, vedi sopra).

MA SI’, FORSE E’ MEGLIO COSI’: ogni volta che qualcosa va male, un progetto che non va in porto, un aborto, una pizza sbagliata, una ruota bucata, qualsiasi cosa, io dico “ma sì, forse è meglio così”. intendo dire che, forse, se le cose fossero andate secondo i nostri fantomatici “piani”, sarebbero andate anche peggio. è una scuola filosofica iper-pessimista ereditata da mia nonna, che ha sempre detto così per qualsiasi evento negativo della vita sua e degli altri (cioè lei pure di fronte a un palazzo di 60 piani che crolla su una scolaresca direbbe “ma sì, forse è meglio così”).

PRENDIAMO UN GELATO: vuol dire quasi sempre prendiamo un cocktail. (vedi anche “prendiamo un caffè”)

VEDIAMO: risposta standard a qualsiasi proposta. nel 99% vuol dire no, oppure mi piacerebbe ma mi stai sul cazzo, o anche mi piacerebbe ma ho l’impressione di starti sul cazzo, oppure ancora “mi stimi ma non mi ami”, o anche “sarebbe bello ma la vita non ha senso ciao addio”. generalmente poi non ci vediamo proprio per niente.

DICI?: non sono d’accordo ma non ho voglia di argomentare e fingo di darti ragione o avere dubbi per prendere tempo e immaginare un piano di fuga da questa conversazione.

HA UN BEL MONTAGGIO: però fa cagare. (ex “ha una bella fotografia”)

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Conversazione con un tossico Oliver Hardy

– una sigaretta per favore?
– certo, ma sono leggere eh…
– cosa?
– sono leggere.
– legge… cosa?
– sono sigarette leggere.
– lèggere cosa?
– no no, leggère.
– (sguardo confuso, prende la sigaretta)
– hai anche da accendere?
– certo.
– grazie amico.
– figurati.

Lewis Carrol dove meno te l’aspetti, iper tatuato.

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Woody.

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Essere divertenti

non è essere leggeri.

è spararsi in testa a salve, non avendo abbastanza coraggio per.

quando capirete questo, niente, lo capirete.

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Storia dell’universo a partire dal 2005

2005: mi piace tutto di te, ma mi trombo altri.

2005: mi piaci ma siamo solo amici (nota: mai più stati amici)

2006: mi piace tutto di te, ma mi sto già trombando altri.

2007:  zombie.

2008: mi piaci. sì sì, hai capito bene. giuro! sì, se vuoi te lo scrivo. no, non so se c’è un notaio aperto a quest’ora.

2009: ok dai

2010: ok dai

2011: sei pesante e mi pare che tu beva un po’ troppo.

2012: mi piacevi e mi piaci ancora molto, però sai cosa? ora mi trombo un altro.

2013: ti stimo molto, ma non trombiamo, per carità. però ti stimo tantissimo.

2013: mi piaci ma siamo amici.

2014: sei la persona migliore dell’universo ma ti devo uccidere comunque.

2015: sei stupendo e mi piaci un casino, ma devo comunque sgozzare tua madre, sorry! 🙂 restiamo amici?

2016: eddai, il romanticismo è fuori moda, non fare quella faccia mentre ti asporto il cuore con un pezzo di vetro. mamma mia che sentimentale. e cresci! aspetta, stai fermo così che se no mi schizzi sangue in faccia.

2017: mail dalla nasa: ho sentito che su un altro pianeta c’è gente che ti stima ma non ti vuole trombare, vuole che siate solo amici. cosa rispondo?

2018: altra mail dalla nasa: hanno inventato la macchina del tempo e cleopatra è venuta qua nel futuro per dirti che siete solo amici, però ti stima molto e complimenti per la trasmissione.

2019: le nazioni unite hanno deciso che sarà illegale amarti e obbligatorio stimarti, per tutti, maschi e femmine.

2020: dice la madonna che giuseppe lo stimava molto però gesù l’ha fatto con lo spirito santo perchè c’aveva meno problemi.

2021: la madonna mi appare in sogno e mi dice “mi piaci però non farti coinvolgere, al massimo  siamo amici”.

2022: negli archivi della cia viene ritrovato un biglietto di marylin monroe dove dice “mp lo stimo un casino ma non me lo tromberei”

2023: viene trovato un altro biglietto di marylin dove dice “cioè magari me lo tromberei pure, ma restando solo amici”.

2024: dal nuovo Congresso Mondiale viene stabilito che mp è la persona migliore mai esistita sul pianeta, e proprio per questo – per preservarne la sua integrità – nessuno dovrà mai avvicinarsi a lui a meno di 6 metri. si nutrirà solo di ace comprato dal pakistano.

2025: mp finisce l’ace, una ragazza travestita da pakistano si avvicina per portargli un cartone nuovo ma viene scoperta delle guardie e trucidata.

2026: mp scrive poesie d’amore sulla ragazza dell’ace. grande successo in pakistan.

2027: il pakistan dichiara di stimare mp ma di voler restare solo amici.

2028: il pakistan consegna a mp il premio per il più grande bevitore di ace della storia e il più grande “ti stimo ma siamo amici” dell’universo.

2029: viene girato il biopic “ti stimo p.s. mi trombo altri” dove mp viene interpretato da 8 attori diversi. grande successo in pakistan.

2030: a islamabad, capitale del pakistan, viene inaugurata via “ti stimo ma siamo solo amici”

2031: viene ritrovato un manoscritto originale di shakespeare dove giulietta dice a romeo che lo stima ma niente, si vede con un altro. eddai romeo non fare quella faccia mamma mia e che sarà mai.

2032: mp viene sintetizzato e utilizzato come anti-pozione d’amore: lo spruzzi nel bicchiere di chi vuoi e quello ti stimerà ma non ti vorrà manco vedere.

2033: viene fuori un vangelo apocrifo dove gesù dice “amatevi, però non amate mp, a lui stimatelo che se no poi si monta la testa. capito?”.

2034: la maestra delle elementari di mp, ormai 140enne, fa sapere al tg1 che quando aveva scritto sulla pagella che il bambino era talentuoso e creativo non intendeva assolutamente un coinvolgimento sentimentale. il giorno dopo muore. viene incolpato mp e iniziano a girare voci sul fatto che porti sfiga anche stimarlo.

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C’è un sardo che entra e chiede un ace…

credo che in pakistan ormai girino barzellette su di me.

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Angurie accoltellate

che città invivibile. cioè: che invivibile, la città. sudo in posti mai immaginati. scrivo lettere che non spedisco a persone a due metri da me. e uno poi dovrebbe anche restare sobrio. per via della disidratazione e tutto quanto. e poi la solitudine. che non è quella dello stagno, dove sto solo e non me ne accorgo. qui non lo sono e mi pesa il doppio. e sudo. e dovrei anche restare sobrio. il montaggio è più faticoso delle riprese: non l’avrei mai detto. la creazione è più faticosa della distruzione, questo è evidente, anche se non sono  sicuro di cosa sia creazione e cosa distruzione. a proposito di ciò: nell’isola qualcuno ha fatto a pezzi con un coltello 8mila angurie. una vendetta, un gesto artistico, o un messaggio che forse solo un giorno capiremo? io forse ho iniziato a capirlo. e sudo. e dovrei pure restare sobrio. e quanto mi rompo i coglioni.

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Sì, lo so, ho cancellato dei post

più per salvaguardare voi che per salvaguardare me.

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Conversazione tra un pastore errante dell’Asia e una promoter di Save the Children

B. parte e immediatamente mi sento solo. io, che vivo solo e riesco a non parlare con nessuno anche per 5 giorni di seguito – manco per telefono, anzi sopratutto. dev’essere l’effetto della città. questa massa di gente interconnessa, vedo le migliaia di relazioni come cavi luminosi che attraversano le vie, si incrociano, a volte si spezzano ma subito vengono sostituiti. vago così, forse sembro un turista, penso all’anomia secondo durkheim e mi trovo in uno di quei frequenti momenti in cui ho voglia di parlare con uno sconosciuto. e quindi incontro lei: silvia. come prima domanda mi chiede se ho a cuore la salvezza dei bambini di tutto il mondo. ci rifletto un attimo, perché non è una domanda semplice. i bambini. dunque. tutti i bambini di tutto il mondo? io che proporrei di portare l’età dell’aborto fino ai 4/5 anni? dico sì, ce l’ho a cuore. “evvai! allora la pensi come noi”. dunque mi dice “ti posso dire che lavoro fai?”. io rispondo “cioè me lo vuoi dire tu o me lo vuoi chiedere?”, perchè da come la pone lei sembra una cosa da zingara, tipo se indovino che lavoro fai mi dai 20 euro. lei sorride e dice “no no, io chiedo a te che lavoro fa e tu me lo dici”. “va bene, chiedimelo”. “che lavoro fai?”. noto dal tono che l’ho già innervosita, e me ne dispiace, perchè volevo essere simpatico. invento un lavoro e lei dice “figo!”. poi c’è una parte di discorso intitolata “ora ti spiego cosa facciamo noi di save the children” che dura 5 minuti e non ascolto. nel frattempo, non ho idea del perché, mi viene in mente che uno studio su femmine di topo gravide ha dimostrato che la luce arriva al feto, dove attiva una proteina necessaria per la vascolarizzazione della retina. penso di informare della cosa la mi amica silvia, ma mi sta ancora spiegando cosa fanno per salvare i bambini e dubito sia interessata all’esposizione della luce in gravidanza, anche se pur sempre di bambini di tratta, anche se bambini di topo. poi mi mostra una cartina del mondo dove sono segnati i continenti più poveri. ognuno ha un colore, tipo l’asia è gialla (scelta discutibile) e l’africa verde. mi chiede di scegliere il continente che vorrei aiutare. “mmm, non so. l’africa? sono quelli più sfigati, no?”. su “sfigati” lei accenna un mezzo sorriso imbarazzato, ma corregge la mia affermazione in “sicuramente è il continente dove i bambini hanno maggiormente bisogno d’aiuto. complimenti per la tua scelta!”. e poi arriva la parte triste, perché io continuerei a parlare con lei per mezz’ora, invece ora tira fuori il temutissimo modulo, mi spiega come si fa per sganciare i soldi ecc. ma in questi casi ho una rodatissima risposta standard: “guarderò il sito, firmare ora sarebbe un gesto impulsivo. e sai com’è, quando si tratta di soldi è meglio riflettere.” nessuno può obiettare a una frase così, anche perché la dico con un tono molto saggio e convincente. ci stringiamo la mano e la sua pelle è uguale a quella della mia dottoressa.