Utilizzatori di photoshop, scatenatevi.
(Ebbene sì: ora Allevi è cavaliere della repubblica. Come Moroder)
Utilizzatori di photoshop, scatenatevi.
(Ebbene sì: ora Allevi è cavaliere della repubblica. Come Moroder)
Ho amici che leggono il Post. Lo sapete, vi voglio bene e tutto quanto, però quando leggo una cosa così (ci sono capitato per caso da Google):
In anteprima sul Post il quinto episodio del graphic novel che racconta che cosa c’entra la meditazione con la forma dei comandi dell’iPod
Io davvero non so più cosa pensare.
Mi hanno detto di stare calmo. Di non farmi notare, di non perdere la testa. E io sono calmo, sono immobile. Sono paziente, sono buono…
Un tempo ero una star. Vent’anni fa tutti mi adoravano. E ora? Devo sopportare questi mocciosi e le loro mamme. E lui è chissà dove a godersi i miei soldi. Ma io devo stare calmo, non devo perdere la testa…
Ma prima o poi ti troverò, signor Hirst. PRIMA O POI TI TROVERO’.
Sono anni che ciclicamente la segnalo, è un po’ una mia ossessione: Bruce Springsteen che elvisizza i Suicide. Uno dei pochi che ha colto la vera essenza di Alan Vega, cioè il suo essere Elvis. Questo non è Bruce Springsteen. E’ Elvis che imita Alan Vega che imita Elvis. E quindi lunga vita a Bruce Springsteen.
“You know, if Elvis came back from the dead I think he would sound like Alan Vega.”
(Bruce Springsteen)
Bel manifesto. Per curiosità ho provato a fare quelle tre domande a Google per vedere se è vero che non sa rispondere. Alla prima, “Da dove vengo?”, mi risponde con la bibbia. Invece chiedendo “Chi sono?” ho scoperto il mio IP. Ma è alla terza domanda, “Dove vado?”, che Google dà una risposta migliore della bibbia, con questo gioco in flash su un gatto che deve scegliere dove andare. Ogni scelta ha il 50% di probabilità di successo o insuccesso, quindi, com’è capitato a me, si può anche fare subito game over.
Se a volte vi viene la tentazione di pensare “ma sì, dai, alla fine non è male…” guardando qualche attore italiano contemporaneo, fatevi un favore: guardate Peter Mullan in Tyrannosaur, e vi assicuro che ritornerete a metri di giudizio più corretti.
(Tra l’altro, non volevo dirlo ma ormai mi sono lasciato andare, la canzone finale è bellissima e a momenti piangevo. E che volete, anche io ho un apparato lacrimale.)
In generale, se vi capita di pensare “ma sì, dai, alla fine non è male…” no, lasciate perdere: di solito è una cagata, ma una parte del vostro cervello vuole arrendersi.
Ci ho pensato bene, e se dovessi individuare il punto di non ritorno direi che è stato quando ho iniziato a parlare con il gatto e a fare la vocina che risponde alle mie domande.
Il blog di Cavalli (subito tra i preferiti), dove a quanto pare scrive principalmente di barche.
Era il solito Cioran, se non ricordo male, che parlava degli effetti benefici dello scrivere insulti. Quando il nocciolo della nostra centrale nucleare dell’odio si surriscalda oltre i livelli di guardia è una buona terapia prendere un foglio (diceva lui – mo prendete il portatile, il tablet, la carta igienica, quello che volete) e lasciarsi andare all’odio più sfrenato. Lasciate che il male esca dalle vostre vene e si disperda nel mondo. Sfogatevi contro qualcuno barra qualcuna o contro la mamma di qualcuno barra qualcuna. Ingiurie, villanie, vaffanculi, una bella lettera di minacce: dite a qualcuno che vi sta sulle palle quanto vi fa schifo e quanto secondo voi dovrebbe morire soffrendo il più possibile. Poi però non speditela.
Io ad esempio ne conservo ancora oggi una bellissima che un mio amico scrisse a un suo nemico. Per tenere il mio amico al sicuro – principalmente da se stesso – presi in custodia quella lettera dicendogli che forse era meglio non spedirla subito subito – che fretta c’è? – me ne sarei occupato io, anche perché il mio amico, che nelle azioni spontanee si dimostrava assolutamente geniale, aveva usato la carta intestata del posto dove entrambi stavamo lavorando. E quella lettera ce l’ho ancora lì, in un cassetto. Ed è bellissima, genuina, potente. Dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, che l’energia dell’odio è infinitamente più potente dell’energia dell’amore.
Certo, a volte questo può causare situazioni spiacevoli, come genocidi o stragi nelle scuole; ma a volte, se si segue il consiglio di Cioran e si prende carta e penna, vengono fuori cose belle e dopo ci si sente meglio, con i muscoli distesi, lo stomaco in pace assoluta e il sorriso sereno di un monaco zen (gente che all’occorrenza sa essere stronzissima, ricordiamolo).
Beh, amlo ha fatto un libro di insulti.
Ce ne sono alcuni così belli che viene voglia di scendere subito in strada e usarli con il primo che passa, (“Se il poker si giocasse col cazzo avresti una faccia da poker”); ma i miei preferiti sono quelli semplici, terra terra. Tipo fai cagare, vaffanculo – muori, merda.
Si paga con i soldi: dovete andare qua e comprarlo. E ve lo mandano proprio a casa, di carta.
PENSIERI OSCURI… Fantasie oscure e lugubri, dubbiezze penose, commuovono di frequente l’anima umana in questo secolo neurastenico. Ma è dover nostro reagire, scrollare di dosso la perigliosa afflizione che tenta signoreggiarci. E a ciò concorre mirabilmente la Coca Buton, l’elisir della psiche ben noto agli intellettuali.
“No, non è vero che sono cagoni. Sono la maggioranza, e la maggioranza è la voce della saggezza. Siete voi i pazzi.”
(da “I compagni” di Monicelli , ora su rai3)
In occasione dei 75 anni (in età terrestre) del profeta e attore cinematografico noto come Jack “il Nicholson”, ricordo che questo dominio ospita già da anni lo scarno sito della sua Chiesa.
Classifica Nerd Italiani (in aggiornamento)
1) Sono esperti di carriarmati della seconda guerra mondiale.
2) Criticano Anonymous perchè “gli attacchi DdoS sono da pivelli” e il massimo che hanno fatto loro è stato installare Ubuntu, solo che poi non funzionava la stampante.
3) A scuola avevano 6 in fisica, ma su Twitter hanno scritto “Neutrini più veloci della luce? Puah, cazzate!”.
4) Sono esperti di marche di birre.
5) Pensano che Wikipedia possa sostituire una laurea in astronomia.
6) Chiamano i cartoni animati “anime” o “film d’animazione” e i fumetti “manga” o “graphic novel”.
7) Vorrebbero essere ebrei.
8) Sanno sempre i nomi dei produttori dei dischi che ascoltano.
9) Dicono “Aspetta, come si dice? Mi viene la parola in inglese ma non in italiano” anche se hanno sempre vissuto a Barletta.
10) Recensiscono nei forum i giornali che escono in edicola, pagina per pagina (esistono davvero).
11) Sanno i nomi dei piatti cinesi e giapponesi.
12) Sapevano cos’era Pinterest dopo 5 minuti che era stato messo on line.
13) Dicono che le cose sono “old”.
15) Fanno cover ironiche degli 883.
16) Fanno cover SERIE degli 883.
17) Usano meme nelle conversazioni dal vivo.
18) Disprezzano il doppiaggio italiano che è sempre inversamente proporzionale al loro livello di inglese.
19) Parlano di libri usando espressioni come YA, POV e Infodump.
20) Dicono che il fantasy fa cagare, ma intanto lo leggono e hanno un romanzo fantasy che fa cagare nel cassetto.
21) Chiamano la cinepresa “mdp”.
22) Chiamano i cattivi “villain”.
23) Hanno un blog in inglese. Lo leggono solo italiani, ma commentano tutti in inglese.
24) Commentano sempre Big Bang Theory, in negativo o positivo.
25) Passano giornate intere nei “laboratori di satira” e dissezionano le battute come se fossero rane in un laboratorio di scienze del liceo, spiegando che “è tutta una questione di tecnica”, solo che poi non fanno ridere.
26) Recensiscono sigari.
27) Hanno i baffi.
28) Leggono le Cronache del ghiaccio e del fuoco, e sottolineano che si chiama così e non Game of Thrones, anzi “A Song of Ice and Fire”.
29) Di qualsiasi serie o film, loro avevano già letto il fumetto. Ed era meglio.
30) Conoscono le regole ma non sanno giocare.
31) Condividono su Facebook articoli scientifici che non leggono.
32) Si ricordano le sigle dei cartoni animati che guardavano da bambini.
(con contributi di: gd, D, Lea, bw, j0nsi, Dottor D)
(dai, altri? non vale “fanno le classifiche sui nerds” o altre cose spiritose di questo genere.)
Scongelo la carne col microonde. Ormai ci siamo abituati, ormai diciamo da, boh, trent’anni? Però è sempre strano vedere questi animali fatti a pezzi e messi nelle vaschette di polistirolo che poi vanno correttamente smaltite ecc. ecc. Soprattutto quando ti ritrovi la testa e quell’occhio gelatinoso che sembra fissarti. Per fortuna il coniglio è abbastanza inespressivo anche da vivo, quindi figuriamoci da morto. Eppure mi dispiace, perché ovviamente mi è venuto in mente il povero Buster, il cui ricordo conservo nel mio cuore.