ma no, non sono nemmeno le undici. ma è il momento del Manifesto dell’atto creativo come atto di rivalsa. Overtura:
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1. E’ evidente che è ha senso realizzare solo opere radicali motivate da odio, vendetta e rancore. E’ necessario perciò abolire il pensiero e lasciarsi andare: abbandonarsi agli eventi, alle casualità, a se stessi. Nient’altro sarà interessante. Tutto ciò che non sarà abbandono e naufragio rappresenterà intrattenimento, ovvero partite ben giocate ma perse. E l’obiettivo non è giocare bene, ma battere l’avversario, cioè: l’altro, l’altra, la vita, se stessi, il mondo intero. Dunque: bandire l’attualità, dimenticarsi del tempo, interdire gli affetti semplici e ancor più quelli complessi, rincorrere i propri fantasmi, denudarli, inchiodarli, scuoiarli, bruciarli. Ogni opera dovrà simbolicamente sostituire un atto di violenza, poiché Dio ha creato l’universo e all’artista spetta distruggerlo. Compito dell’arte non è la corretta digestione né l’arricchimento spirituale. Compito dell’arte è il suo annientamento.
(Domenico Modugno, lettere private)
2. mia nonna mi ha raccontato che quando era piccola il venerdì che moriva gesù sua nonna (mia Xnonna) le diceva che ora che non c’era più gesù il diavolo prendeva il comando. questo fino alla risurrezione. quindi siccome per tre giorni in casa ci sarebbe stato il diavolo, la mattina, quando si alzavano, passavano un paio d’ore a sbattere le cose, le porte, i cassetti, gli armadi, questo per mandare via il diavolo, che a quanto pare è tipo che si spaventa facilmente. mi ha raccontato anche che i preti ora non riescono più a benedire le case di persona – perchè c’è troppa gente, e nessuno che parli di pianificazione delle nascite – quindi mandano la boccetta d’acqua santa e ognuno se la benedice da solo. le ho chiesto perchè il prete non benedisse direttamente l’acquedotto, così l’acqua benedetta uscirebbe dai rubinetti e avremmo risolto il problema. ma non è una buona idea per due motivi soprattutto: 1) ci si può lavare il culo con l’acqua benedetta, e non va bene, è spreco; 2) l’acqua arriverebbe anche ai non credenti, che oltre a non volerla perchè sono cagacazzo, non se la meritano neppure.
3. Si fa per dire. Letteralmente. Mi accorgo che metà è urgenza fisica, metà è per poi dire di averlo fatto. Un’altra metà (150%) è evitare il suicidio. Quando le due ragazze di O. mi hanno chiesto perché stavo per dire la verità, poi mi sono ricordato le volte che c’ho provato. Evitare.
4. con A. ragioniamo sul fatto che quello che facciamo lo facciamo anche per vendetta. vendetta nei confronti di chi ci stima ma non ci ama, di chi nemmeno ci stima, di tutti i vaffanculo ricevuti, i 4 di picche, i 64 di picche, le mail stronze, i colloqui di lavoro inutili, i figli di papà, i lavori di merda, i milanesi (tranne quelli che sganciano soldi, quelli sono bravi) ecc. ecc. l’arte come vendetta nei confronti della vita, ecc. ecc.
5. galleggiare dolcemente: a G. dormiamo in un b&b spettacolare. la proprietaria è una bellissima cicciona entusiasta. appena la vedo mi innamoro, la vorrei sposare, ma è già sposata, e comunque lei mi rifiuterebbe. una lacrima invisibile scende sulla mia guancia, si ferma nella barba, dove coltivo patate, pomodori e brutti pensieri. lei ha entusiasmo per ogni cosa, soprattutto per le cose brutte. il wifi non va, te lo dice con entusiasmo. non si trova parcheggio perchè c’è un funerale, lei è iper entusiasta: “c’è molta gente perchè è morto un giovane!” mi dice. veramente: da abbracciare.
6. fare una doccia in questo posto è un piacere. decido di non lavarmi mai più. è molto meglio di casa mia a C., e anche A. ne conviene. decidiamo di fare docce e cagate tattiche, solo in posti così accoglienti. A. resta così colpito dal posto che decide di registrarsi su trip advisor e recensirlo: ma non gli dà il massimo, perchè dice che se no sembra un voto finto, e poi a volte il wifi non andava. ha ragione, ma il senso di colpa peserà su di lui per sempre. forse la cicciona meritava il massimo. A. dice che il massimo è Casa, io gli faccio notare che casa mia a C. non si merita più di uno e mezzo, mentre casa dei miei… toh, forse 3.
7. ad un attimo di amore che mai più, ecc. ecc.
8. capre, capre, ancora capre. penso titoli idioti: capre diem. decido di comprare una capra e mettermela in giardino. sono animali splendidi e inizio ad amarli. poi però stronzate burocratiche, possibilità di vicini che rompono le palle – soprattutto una – quindi per ora rimando. ma il metodo è questo: avere 10 problemi, per risolverli aumentarne il numero, crearsene di nuovi, mischiare le soluzioni, stare a guardare. girare. non a caso si dice girare un film. si tratta appunto di girare, girare su stessi.
9. sulle sponde del lago l’attesa è lunghissima. ogni tanto mi accuccio nell’erba umida, come in stalker. l’erba umida è perfino più accogliente del b&b di G. dovrei recensire questa su trip advisor. A. si annoia, però ha internet e quindi resiste. poi sento che ha una certa fiducia in me, e comunque è sempre meglio di ammazzarsi. su questo punto – fondamentale – siamo d’accordo. io insisto su alberi e cortecce. parto con pipponi e spiegazioni, lui mi caga poco, non capisco se è stanchezza o se proprio non mi vuole ascoltare. spero nella seconda, perchè posso anche capire che non mi voglia seguire nei miei discorsi, ma per me è importante che mi segua fisicamente. se ho scelto lui, tra i vari motivi, c’è anche la sua resistenza fisica, mi attirava molto il fatto che facesse le maratone. i maratoneti sono una specie interessante di malati mentali. correre non è naturale, è naturale camminare. correre per un po’ può essere divertente, fino al trentesimo chilometro, quando, mi ha spiegato A., più o meno tutti i maratoneti entrano in crisi. ora, lì il corpo si dovrebbe fermare e godersi la stanchezza, invece loro vanno oltre per altri 12 km. sono questi 12 km che mi interessano ed è per questi 12 km che A. mi piace. il fatto stesso che provi queste sensazioni mette in secondo piano il prodotto finale. potremmo anche non girare, potremmo anche non aver registrato un singolo secondo.
10. nella nebbia, con il vento, con il sole. raramente ci fermiamo. è tutto fatto di benzina, penso che il petrolio, inquinamento a parte, è davvero meraviglioso. brutto quando si tira fuori, poi si trasforma in plastica meravigliosa, liscia e colorata, oppure film. faccio assaggiare la burrida, le ostriche e le otziadas ad A. ci tenevo, per me il cibo è condivisione. uno dei pochi momenti. gli faccio assaggiare anche il costamolino di argiolas, che raramente non piace. mangiamo assieme a S. e T., un americano che ha fatto anche l’attore porno. mi piace subito, andiamo d’accordo. dice eja, vaffanculo, porco dio, si ubriaca subito, mi tocca seguirlo nonostante il voto di castità. ma almeno una cosa che mi fa male devo farla, non posso rinunciare a tutto contemporaneamente. poi l’americano mi piace davvero. è come un bambino. insiste sul suo cazzo, forse vuole che gli si facciano delle domande, tipo se è grosso ecc., domande che evito accuratamente. mi chiede se voglio funghi, intendendo quelli allucinogeni. troppo tempo è passato, dico di no, anche perchè sarebbe più sensato chiedere ai funghi se vogliono me.
11. non è vero che siamo gli unici animali che vivono sapendo di morire: siamo gli unici convinti di essere gli unici in qualche cosa. il lombrico è oltre il sapere o non sapere una cosa. in bagno ho varie illuminazioni e giochi di parole puerili, tipo cubo del culo. a lei sarebbero piaciuti? pensare a lei in bagno mi sembra una giusta fine, o un giusto inizio.
12. bach-gammon: quando gioco da solo a backgammon e ascolto bach. le partite a backgammon con mia madre sono l’unica cosa che mi manca di casa, assieme all’acqua calda, i gatti, la libreria, i divani, il frigo pieno, il corriere simpatico della sda. è un gioco che purtroppo viene male da soli, non è come gli scacchi. oltretutto è molto meglio degli scacchi, solo che la gente non lo sa. negli scacchi vince la strategia, nel backgammon la strategia può andare a farsi fottere in un secondo perché è tutto imprevedibile e insensato, come nella vita. puoi farti i piani che vuoi, fare tutte le mosse giuste e anticipare tutte quelle dell’avversario, poi però i dadi e la geometria decidono che devi morire. negli scacchi hai l’illusione del controllo. se perdi, è perchè l’altro è stato più bravo, o perchè hai commesso un errore. per rendere il gioco più interessante dovrebbe esserci la possibilità che in un momento qualsiasi la scacchiera esploda. così sarebbe una riproduzione più fedele della realtà. ogni piano è il piano di un fallimento, tentato, rimandato, sfiorato, compiuto. in questi giorni non gioco a backgammon e mi dispiace.
13. è arrivato il quadro, ora non resta che appenderlo, ovvero appoggiarlo per terra per 4 anni rimandando di giorno in giorno l’acquisto di chiodi e martello. è molto bello, soldi ben spesi. è l’unica cosa che ho comprato per questa casa assieme alla spazzola per il cesso. per me è un’immagine fondamentale.
14. peperoni alla griglia: ho l’impressione che i gialli siano più buoni dei rossi, non so perchè. i verdi non li prendo nemmeno in considerazione.
15. cinema d’opposizione, di vendetta, di rivalsa. bisogna farlo contro qualcosa, non per qualcosa. contro le ex, contro i cinema d’essai, contro la vita, contro se stessi. l’energia dell’odio è infinitamente più produttiva dell’energia dell’amore. ovviamente ci sono le eccezioni, vedi schumann, che quando ha iniziato a chiavare ha sfornato centinaia di bei pezzi all’anno, ma lui era sofferenza e felicità allo stesso tempo, un professionista dello stare meglio stando male. non è cosa per me. io ho un campanello nella testa.
16. quindi partiamo, facciamo da berchidda verso giù, verso nuoro, centinaia di km di curve, nebbia, pioggia, musica insensatamente alta. ci fermiamo in un posto isolato, inizio a parlare con uno, lo intervisto, mezz’ora dopo siamo a casa sua a bere vino (10. 20), lui bacia la statua di san giuseppe e nella stanza a fianco si sente la madre ammalata che chiede chi c’è, la madre ha il fuoco di sant’antonio. immagino che questo tradimento sia motivo di discussione in famiglia, dove san giuseppe sembra al di sopra di tutto. lui dice che l’amore non gli interessa, le donne non servono a niente, ha 68 anni – anche se ne dimostra 48 – e vive da sempre con la madre. mi chiede il mio numero di telefono e mi dà il suo. gli chiedo di raccontarmi un sogno, ha sognato san giuseppe ma non si capisce bene cosa gli ha detto. giusto così.
17. poi ci spostiamo ancora, non so dove voglio andare, A. non fa domande (idolo), ma capisce che bisogna andare. per strada un vecchio che zoppica si ferma a parlare, gli si è fermata la macchina, lo accompagno nel suo paese, prima ci porta in un bar, poi a casa sua e ci offre formaggio, pane e salsiccia. vive solo, al posto del lampadario ha salami, anche lui non è interessato all’amore, dice che è stato fidanzato per 2 anni e poi basta. buio e odore di chiuso misto a salami. tutta una vita senza donne, che non servono a niente. alla fine ci mostra una pergamena del 1400 a cui tiene molto. ci racconta un po’ della sua vita e poi andiamo via. gli compro un casizolu. molto buono.